Tutti hanno sentito parlare di Andrea Pazienza, talento indiscusso del fumetto italiano, considerato come una vera rockstar del disegno, assimilato per alcune caratteristiche al mito di Jimi Hendrix non solo per la sua tragica e prematura scomparsa – avvenuta a soli 32 anni – a causa della droga.

Pazienza è come tutti i grandi artisti il simbolo di un’epoca, quella della fine degli anni 70, l’epoca della contestazione studentesca. È a Bologna infatti che si trasferisce da San Benedetto del Tronto, sua città natale, per frequentare il Dams e conoscere artisti e scrittori come Pier Vittorio Tondelli, Freak Antoni, Gian Ruggero Manzoni e Francesca Alinovi. In questa città tumultuosa che “Paz” è tra i fondatori delle riviste dissacranti de “il Male” e “Frigidaire” e distinguendosi per un tratto e temi unici mai affrontati prima in maniera così profonda, autobiografica e sincera, affiancando la tragedia alla spensieratezza e graffiante ironia del suo animo giovane e ribelle (qui un articolo di Wired che lo riguarda)

La sua opera più rappresentativa è certamente “Le straordinarie avventure di Penthotal” (qui un bellissimo testo di analisi su Fumettologica) in cui il protagonista che si chiama Andrea è un chiaro riferimento autobiografico con una struggente profezia sulla propria fine.

Una carriera breve ma intensa la sua, costellata di numerose divagazioni dal mondo del fumetto con manifesti cinematografici (“La città delle donne” di Fellini nel 1980), videoclip (“Michelle” dei Beatles per il programma di Rai Uno “Mister Fantasy”), copertine di dischi (“Robinson” di Roberto Vecchioni, Enzo Avitabile) e campagne pubblicitarie (“Energie”) che ha influenzato generazioni di lettori e disegnatori.

Tra questi Andrea Santanastaso, attore poliedrico diviso tra teatro, cabaret (Zelig), cinema (Dichiarazioni d’Amore di Pupi Avati), televisione (Così fan tutte, Saturday Night Live), fiction (Don Matteo, L’ispettore Coliandro) e radio (conduce i programmi Quelli che a Radio 2, I Lunatici del Weekend , Notti d’Estate su Radio 2) oltre che al disegno, figlio del comico Pippo Santanastaso ha voluto omaggiare la figura di questo grande autore con monologo disegnato intitolato “Mi chiamo Andrea” dedicato alla figura di Andrea Pazienza e all’influenza di questo artista sulla sua vita attraverso un parallelo con la sua vita. (qui una sua intervista su teatro.online che riguarda lo spettacolo).

 

Lo spettacolo dopo aver girato tutta Italia e prossimo all’approdo al Festival di Lucca Comics & Games 2020 arriva a Pordenone al PAFF! Palazzo Arti Fumetti Friuli Domenica 18 ottobre alle ore 18.00