Abbiamo seguito affascinati la visita guidata esclusiva realizzata dal curatore Fabio Toninelli della mostra Tony Wolf – attenti al lupo inaugurata il 18 giugno 2022 al Paff! di Pordenone. Nell’interessante e piacevole racconto, condito da simpatici aneddoti, informazioni e dettagli intriganti, l’esperto ha risposto anche alle domande dei visitatori, ecco per voi 5 risposte che ti possono interessare.

1) Il vero nome di Tony Wolf era Antonio Lupatelli

Lo pseudonimo inglesizzato Tony Wolf è stato certamente un elemento determinante per costruire l’immaginario esotico e misterioso dell’autore. Ma Lupatelli ha usato anche altri pseudonimi nella sua carriera al fine di potersi esprimere liberamente con stili e realtà editoriali diverse.

2) Ha vissuto quasi tutta la vita a Cremona

Tony Wolf era però nato a Busseto in provincia di Parma ma ha vissuto quasi tutta la vita con la famiglia a Cremona ma per un periodo breve della sua carriera si è trasferito in Inghilterra per ragioni professionali.

3) Ha illustrato centinaia di libri

Lavorando in maniera metodica e regolare ha realizzato in 70 anni carriera centinaia di libri cavalcando generazioni, generi letterari, argomenti e stili diversi. Alcuni classici, li ha affrontati in tempi distinti più volte, per esempio si è calcolato che abbia illustrato almeno 6 pubblicazioni distinte di Pinocchio.

4) Era una persona umile e riservata

Nonostante i suoi libri siano venduti in tutto il mondo, Tony Wolf ha condotto una vita regolare e senza eccessi. Lavorava nel suo studio di casa, con orari precisi e con poche trasgressioni. Talvolta si concedeva a delle divagazioni artistiche collaborando per delle realtà locali.

5) Ci ha lasciati nel 2018

Antonio Lupatelli è nato nel 1930. La sua carriera è cominciata prestissimo attorno ai 20 anni. È proseguita per oltre 70 anni con oltre 200 pubblicazioni tutt’ora disponibili sul mercato, tradotte in tutto il mondo. La sua arte rimane eterna e universale perché incarna l’immaginario puro dei bambini, indipendentemente dalla cultura e dalla collocazione geografica dei lettori.



Bonus

6) Le 100 opere originali esposte provengono in gran parte dalla collezione Dami

La produzione di questo artista, ma anche quella dei suoi colleghi, ai tempi non era considerata come tale, ma semplicemente una produzione editoriale i cui originali una volta consegnati all’editore per la riproduzione stampata, poi non venivano riconsegnati all’autore. Le opere esposte provengono dalla collezione Dami che custodisce gran parte degli originali della produzione di Tony Wolf.

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